Come le altrui “Forme-Pensiero” possono…condizionarci.
Chiunque generi un pensiero impuro o vendicativo, collerico o subdolo o sordido, emette e diffonde quel pensiero nel mondo e … nell’Etere.
È una Forma - pensiero, in questo caso una “negativa” forza vivente, un’entità attiva, che si irradia e che trova facile accoglienza in soggetti più deboli, più reattivi, e meno evoluti.
Sono questi pensieri a spargere i semi dell’esortazione a trasgredire fino anche a delinquere, da parte di individui di livello evolutivo inferiore, i quali recepiscono l’impulso a concretizzare in azioni dannose e lesive, rancori e vendette in essi già … latenti.
Sarebbero così inconsci esecutori di un’ altrui “forma pensiero”, generata, in gran parte, dal karma di chi tale pensiero ha diffuso...
Ogni uomo che provi vendetta, sparge nel mondo astrale un potere di distruzione; pensieri irosi e perversi, provenienti da uomini di condizione sociale anche rispettabile, incontrando una creatura debole con karma negativo ed in particolari circostanze, la inducono, nel caso di un torto od offesa subiti, a vibrare quel colpo che noi chiamiamo gesto criminale.
Essa creatura, tiene sì il coltello nella sua mano “fisica”, ma il colpo è vibrato dai pensieri di molti uomini, i cui sentimenti vendicativi sono quelli di un aggressore, anche se all’apparenza ciò non sembrerebbero tali.
Analogamente, quando ci lamentiamo di una società corrotta e dai comportamenti sconcertanti, così diffusi su vasta scala nella nostra attuale società, possiamo giustamente pensare a tanta parte di noi, che diffonda forme pensiero poco edificanti.
Tutte “Forme Pensiero” negative che hanno facile presa su soggetti già confrontati con tante asperità esistenziali e quindi terreno fertile ed antenne privilegiate per...recepirle!
Faccio fatica a comprendere perché mai tante siano le negative forme pensiero a rapidamente diffondersi, ed invece tanta fatica debbano sempre affrontare quelle molto più gratificanti, luminose e colorate, che pur ci sono (!), per potersi affermare!!
21.01.2024
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English summary
Anyone who generates an impure or vengeful, angry or underhanded thought, emits and spreads that thought in the Ether.
It is a Thought Form! A “negative” living force, which radiates and finds easy acceptance in weaker, more reactive, and less evolved subjects.
They would thus become unconscious executors of someone else's will and specifically of those who have spread that thought...
Similarly, when we complain about a corrupt society and disconcerting behaviors, we can rightly think of a large part of us, which spreads unedifying thought forms.
Chi o cosa è Dio o Dea?
(18.01.2024)
Diceva Agostino d'Ippona che la fede è la speranza delle cose che non si vedono.
La mia mente è affascinata da questa antica e sempre nuova domanda: Chi è Dio?
Matematicamente, non possiamo dimostrare la Sua esistenza.
Ma se, con animo non prevenuto, ci fermassimo ad ammirare tutto ciò che ci circonda, un dubbio si farebbe strada dentro la nostra anima.
Io credo nel Dio di Spinoza, che è l’insieme di tutto ciò che esiste!
Non in quello che abbiamo creato noi, a nostra immagine e somiglianza.
A quello no! Specie se lo immaginiamo antropomorfo, cioè in sembianze umane.
L'unica cosa dimostrabile è la tendenza della mente umana a creare un immaginario essere creatore del Tutto, ma che non è dimostrabile nella realtà.
Nulla di male per queste fantasiose supposizioni che ci hanno caratterizzato sin dagli esordi poiché è nella nostra natura umana…l’immaginare.
L’esercizio della “Fede” che spesso usiamo come conforto per ciò che non possiamo spiegare, è un approccio verso il mondo, ma non è dissimile dalla superstizione, che era abbastanza comprensibile nei millenni passati, ma decisamente anacronistica oggi, quando il metodo scientifico ha mostrato come eventi che in passato ci stupivano, siano tranquillamente spiegabili.
Pertanto, l'ipotesi di qualsivoglia divinità non è necessaria a spiegare l'universo e la fede sembra essere una tendenza della mente umana, soprattutto arcaica, e nulla più.
Ragionevolezza vorrebbe che abbandoniamo le tante varie e superate credenze e cerchiamo di usare una certa fede commutandola in qualcos’altro, ma che non siano dogmi che pretendano di essere ineccepibili e depositari di assolute certezze!
E, pertanto, personalmente, ho maturato la convinzione che…
nel vento e nella pioggia, nell’uragano e nei terremoti, nei cataclismi e nei tifoni, ma poi anche nell’arcobaleno, nei nitidi cieli azzurri, nei paesaggi idilliaci, nelle vallate verdeggianti, o nell’immensità degli spazi siderali, si rendano palesi le tante espressioni, sia di violenza che di soavità, di…un’Anima Grande, di una Entità immensa ed infinita, cui attribuire un nome adeguato non è facile!
Chiamiamolo pure Dio, come finora, ma potrebbe anche essere... Dea.
È comunque una forza in Natura! Una forza…anche senza un nome!
Un… “Innominato”, dunque!
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English summary.
I believe in Spinoza's God who's the sum of all that exists.
And, therefore, personally, I have matured the conviction that...
the wind, the rain, the hurricane, but also the rainbow, the clear blue skies, the idyllic landscapes and the green valleys, may they all be expressions, either violente or pleasant, of a Great universal Soul, to which it is not easy to attribute an adequate name!
Let's call it God, as up to now, but it could also be... Goddess.
It's still a force in Nature, even without having a name!!
The Unnamed, therefore!!
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NB: Baruch Spinoza, cui ho fatto sopra riferimento, fu un celebre filosofo olandese vissuto nel XVll secolo e precursore dell'Illuminismo.
Quale sede per la vera bellezza?!
La vera bellezza non è nelle cose, ma nei nostri cuori! La bellezza, fin dalle origini, è nutrimento del pensiero filosofico. Nel Fedro, Platone ne offre uno splendido affresco attorno a cui si apre tutta la riflessione sul senso dell’esistenza.
La bellezza di un corpo suscita amore. Eros che è brutto, ma cerca la bellezza, fa spuntare le ali alle anime nel ricordo di una bellezza ancor più grande... conosciuta altrove.
Nel mondo sensibile il connubio fra bellezza e amore si rivela fonte di una trasformazione. Fin dalle origini il bello appare intrecciato al bene ad orientare l’esperienza etica che è sempre un invito ad andare oltre ed a trascendere i limiti dell’esistenza.
La bellezza ci chiama verso un orizzonte ideale sempre possibile, proprio come capita alla bellezza delle opere d’arte che non affiora solo in ciò che mostrano, ma piuttosto in ciò cui alludono e riuscendo a trasformare il visibile in...invisibile!
Aristotile sostiene che non bisogna provare disprezzo per piccoli esseri disgustosi poiché in ogni essere vivente c’è qualcosa di meraviglioso.
Una bellezza esibita sui nostri volti e sui nostri corpi è certamente una bellezza ammiccante e gradevole, ma troppo spesso senza una profondità e senza alcuna possibilità di accogliere l’invito di Eros ad incontrarsi con l’anima!
Troppo spesso non riusciamo a valutare come bellezza ciò che è “veramente” bello, ma che sia bello ciò che a noi momentaneamente piace!
È il relativismo del disincanto che ci tiene alla superficie del nostro vivere, senza permetterci di capire che il sentimento del bello non parla di cose piacevoli o di gusti personali, ma di una disposizione dell’animo che ci accomuna tutti, al di là di ogni piacere individuale.
Non dovremmo restare imprigionati nelle mille seduzioni di un bello esteriore sempre più mercificato.
Educarsi alla bellezza è davvero il progetto etico di un incontro intimo e personale con l’armonia e la libertà, per imparare a desiderare ed a scegliere pensieri, parole e gesti belli e nobili.
Vorrei tanto sperare che fosse vero!!
Sarebbe possibile un abbraccio “reale” fra due coscienze (umane) i cui corpi fisici siano distanti ed ovunque del nostro spazio-tempo? Un abbraccio a distanza fra due coscienze, percepito…mentalmente?
Per reale intendo che non si tratti di un abbraccio virtuale di cui non abbiamo certezza possa essere realmente recepito in qualche modo, ma che effettivamente giunga a destinazione, cioè a chi è oggetto dell’abbraccio da parte di chi quello stesso propone!
Provo ad immaginarmi che la cosa potrebbe risultare più facile se le due persone si conoscessero, mentre potrebbe risultare impossibile se queste fossero estranee.
La domanda si inserisce in un contesto sul comportamento delle particelle che sarebbero in grado di interagire fra loro anche a distanze considerevoli qualora fossero già state in interazione reciproca per un certo periodo di tempo.
Un “entaglement quantistico” che potrebbe applicarsi nel caso di due coscienze che si riconoscano mentre non si applicherebbe nel caso di soggetti estranei fra loro.
Alla mia domanda non sono ancora in grado di dare una risposta, tuttavia intuisco che ciò non possa essere impossibile.
Mi auguro che un giorno qualcuno ci racconti di avere percepito mentalmente un abbraccio da…e di averlo ricambiato tramite una forma pensiero!
Ecco, forse la risposta potrebbe essere: “Si, le Forme pensiero, un efficientissimo servizio di posta…mentale!
Nonostante la distanza fisica, le coscienze potrebbero connettersi attraverso l’amore, l’empatia o la comprensione reciproca. È come se le anime si avvolgessero in un abbraccio invisibile, trascendendo il confine del tempo e dello spazio.
Essere “spirituali” non vuol dire essere buoni!
Buoni, nel senso che ci è stato inculcato fin da bambini, significherebbe essere un d’obbligo dar spazio prima agli altri, non fare certe riprovevoli azioni, non essere violenti, rimanere dentro schemi predefiniti, non disturbare, non creare apprensione agli altri e quant’altro ancora.
Questa idea di essere buoni ci è stata inculcata da chi è venuto prima di noi e, forse(?), può anche averci aiutato nella crescita, in una fase ben definita della nostra esistenza, ma ora ci sembra un concetto che debba essere aggiornato, per essere piu’ consono allo sviluppo della maggiore consapevolezza collettiva raggiunta.
In realtà, la ricerca di una spiritualità passa attraverso l’abbandono o per lo meno la rivisitazione di tanti schemi precostituiti, per affermare il diritto a fare ciò cui intimamente si aspira, avere attenzione prima di tutto a sé stessi, anche a costo di creare qualche problema agli altri, a chi ci è vicino o a chi non conosciamo.
Non si tratterebbe affatto di essere egoisti, nel senso negativo con cui di solito intendiamo questo termine, ma consisterebbe nel far emergere il proprio “Io”, di lasciare che si definisca e si manifesti, in modo unico, splendente, meraviglioso.
Varrebbe a dire di essere consapevoli, come non mai, di essere, valere, meritare, potere ed …osare!!!,
Essere spirituali non richiede, pertanto, di soffocare la propria identità, e nemmeno rinunciare a gestire una eventuale ricchezza, se fosse il caso, né a godere i piaceri della vita.
Sarebbe soltanto il modo con cui lo facciamo… a fare la differenza.!!!
Laddove famiglia e società latitano!
Nei paesi del Sud Europa e segnatamente quelli dell’area mediterranea come Italia, Grecia ed altri, un morboso attaccamento alla famiglia originaria risulterebbe essere una scomoda eredità che impedisce di prendere le distanze da certe tradizioni culturali e sociali, consolidatesi nel tempo, ma che iniziano ad essere recepite dal singolo come anacronistiche appartenenze.
È un modo di intendere che potrebbe considerarsi opprimente, limitante, quasi fosse una zavorra, un legame tossico travestito da virtù morale. La famiglia è vista come un pilastro sacro, intoccabile, ma pur sempre anche una amalgama di ipocrisie e doveri sociali che si perpetua nel tempo.
Non sarebbe appropriato definirlo affetto, ma in realtà sarebbe un controllo. Gli individui si adeguano alle aspettative dei genitori fino a tarda età, prigionieri di un ricatto emotivo travestito da amore.
In certe famiglie gli adulti non diventano mai veramente indipendenti. Vivono in una bolla di infantilismo prolungato, incapaci di tagliare il loro cordone ombelicale. Lo chiamano "valore tradizionale", ma è una “reale” paura di affrontare la vita da soli, un rifugio per i tanti “buoni a nulla” che vantano la favola della famiglia unita.
In questi paesi, è normalità che un quarantenne si comporti come in quel film con Alberto Sordi in cui si parlava di “vitelloni” come di una specie di nullafacenti!
Il “vitellone” sarebbe, pertanto, chi vive ancora con i genitori e, di fatto, un parassita che sfrutta la disponibilità degli stessi, incapace di affrontare il mondo reale senza il conforto delle amorevoli premure di cui è oggetto.
Ogni decisione importante viene filtrata dal giudizio familiare, ogni tentativo di emancipazione è visto come un tradimento. Ma questo non è amore, è controllo sociale. Una gabbia dorata in cui l'individuo è sempre un'estensione della volontà collettiva. È il trionfo del conformismo più soffocante.
Nei paesi del Nord Europa, invece, come Svezia, Danimarca, ed altri, l'approccio è diametralmente opposto e, vogliamo ammetterlo, molto più brutale, ma efficace. Qui, la famiglia è una formalità biologica che si dissolve con il compimento della maggiore età. L'individualismo è il re assoluto, e ogni individuo è considerato responsabile della propria esistenza, senza stampelle emotive o sussidi morali da parte della famiglia d'origine.
Alla maggiore età si esce di casa senza nessun piagnisteo e se vuoi vivere devi guadagnartelo! Se piangi non interessa a nessuno. L'autonomia è una legge di ferro e chi fallisce lo fa in silenzio, senza melodrammi.
Questa mentalità produce individui più forti, ma anche più freddi, quasi disumani nel loro distacco emotivo. La famiglia diventa un ricordo vago, un episodio dell'infanzia, non un legame eterno.
L'affetto è razionale, non soffocante. Si rispetta lo spazio altrui, perché l'indipendenza è sacra. Ma il lato oscuro è l'abbandono emotivo. Quando l'individualismo viene spinto all'estremo, la solitudine diventa la regola. Le persone muoiono sole, dimenticate, come se fossero semplici statistiche sociali.
In sintesi, il Sud Europa è un groviglio di dipendenze emotive mascherate da amore familiare, mentre il Nord Europa è un deserto glaciale dove la connessione umana è sacrificata sull'altare dell'indipendenza assoluta. Due estremi, ma che entrambi non rappresentano l’ideale!
Il primo soffoca, il secondo congela. La verità è che nessuno dei due sistemi funziona davvero. O sei prigioniero della tua famiglia o sei abbandonato al gelo dell'indifferenza totale.
Ma questo, che ci piaccia o meno, è pur sempre il dualismo che esiste in tutte le espressioni della vita umana. L’uomo è sempre costretto a destreggiarsi nel praticare una scelta di vita individuale anche se questa risulterà per alcuni più facile che per altri… come conseguenza di situazioni familiari che ne abbiano facilitato gli esordi.
La vita: un continuo apprendimento!
Vivendo si esperimentano tante situazioni, si è confrontati con gioie e dolori, momenti di euforia ed altri di sconforto e… tant’altro ancora!
La perfezione non è di questo nostro mondo e nessuno di noi è perfetto...anzi, ma ognuno, singolarmente, è unico ed irripetibile, sia in senso positivo che negativo.
La vita è dura, è un campo di battaglia in cui ognuno gioca un ruolo affidatogli e recita la sua parte secondo un copione prestabilito!
Sembrerebbe non vi sia arena migliore di una o più esperienze fisiche per acquisire quei meriti di cui ogni singolo Ego necessita per smaltire il proprio carico Karmico; ciò sarebbe possibile solo attraverso le difficoltà e gli ostacoli di un percorso pieno di insidie.
Un percorso quindi che offre anche delle opportunità per evolvere sia mentalmente che spiritualmente e che vanno colte come occasioni di crescita da non mancare.
Vivendo si comprende come non giovi serbare rancore, astio ed amarezza, esercitare violenza o abusi di potere, ma come sia di vitale importanza acquisire la pace e serenità interiori ed una sana consapevolezza del proprio giusto operato…
Si impara come vi sia la necessità di sempre usare rispetto verso ogni creatura vivente, ad essere solidali e disponibili verso il prossimo, a non lesinare una giusta lode, premiare il merito ed evitare l’offesa!
La vita è un percorso ad ostacoli, ma anche una buona palestra per temprare soprattutto lo spirito con la prospettiva concreta di meritarsi un superiore livello di consapevolezza…ed un ampliamento della...coscienza!